LE OPINIONI DI SAL – C’era un tempo, non molto lontano, in cui l’idea di una moto “Made in India” evocava immagini di mezzi esotici, anacronistici, destinati a una nicchia di nostalgici. Poi, lentamente ma inesorabilmente, è arrivata Royal Enfield. E ha cambiato tutto. Ha trasformato la percezione, dimostrando che era possibile unire stile, un’identità precisa e un successo commerciale solido. Molti, però, l’hanno ancora derubricata a “fenomeno vintage”. Grave errore. Quella non era l’onda, era solo la marea che si ritirava prima dello tsunami.
Un campanello d’allarme dalla Storia: quando l’Europa sottovalutò il Giappone
Per capire cosa sta per succedere, bisogna fare un passo indietro, agli anni ’60 e ’70. Mentre i marchi europei, soprattutto inglesi e italiani, riposavano sugli allori di una gloriosa tradizione sportiva, da un’altra isola a est arrivavano moto tecnicamente impeccabili, affidabili, accessibili e moderne. L’industria europea, con una certa arroganza, le sottovalutò. Le considerava “senz’anima”, semplici elettrodomestici su due ruote. Sappiamo tutti com’è andata a finire. Quell’onda giapponese non solo conquistò il mercato, ma lo ridefinì, costringendo i marchi storici a una rincorsa affannosa da cui alcuni non si sono mai veramente ripresi. Vedete un parallelismo? Io sì, ed è spaventosamente chiaro.
La vera battaglia non è sul prezzo, ma sulla Brand Identity
L’errore più grande che potremmo fare oggi è pensare che la sfida dei nuovi colossi indiani, TVS e Hero MotoCorp, si giocherà solo sul prezzo. Quella è una visione vecchia. La vera battaglia, oggi più che mai, si combatte sul terreno scivoloso e complesso della Brand Identity. Un marchio non è solo un logo su un serbatoio. È una storia, un’aura, un sistema di valori, un’identità tecnica.
I marchi europei hanno costruito la loro identità sulla performance, sul design, su un heritage racing esclusivo. I giapponesi sulla perfezione tecnologica e l’affidabilità assoluta. E gli indiani? Royal Enfield ha trovato la sua via, quella del “modern classic” accessibile. Ma TVS e Hero stanno giocando una partita molto più sofisticata. (NdR: Non dimentichiamo che TVS è il partner industriale che costruisce da anni i motori per le BMW G 310. Questo non è un dettaglio, è un biglietto da visita che dice al mondo: “La nostra qualità costruttiva è già certificata da un premium brand tedesco”. Hanno bypassato decenni di gavetta per dimostrare la loro affidabilità).
Il “Grande Gioco” è iniziato: cosa aspettarci da TVS e Hero
TVS ha già iniziato a posizionarsi nel 2025 e Hero si appresta a farlo ma entrambi non sono semplicemente produttori a basso costo. Sono potenze industriali con una liquidità spaventosa da investire in ricerca, sviluppo e, soprattutto, marketing. Stanno già assumendo i migliori designer e ingegneri europei per creare prodotti pensati specificamente per i nostri gusti, ma con una forza produttiva che noi non abbiamo più.
L’offensiva che vedremo a EICMA e nel corso del 2026 non sarà timida. Partirà dalle piccole cilindrate per costruire la rete e la fiducia, ma l’attacco ai segmenti di media e alta cilindrata è solo questione di tempo. La sfida per loro sarà creare da zero una brand identity forte e desiderabile. La sfida per i marchi storici sarà non farsi trovare impreparati, ancora una volta. La storia, a volte, concede una seconda possibilità per non ripetere gli stessi errori. Speriamo che, questa volta, la lezione sia stata imparata.
