Ci sono motociclette che passano, e altre che restano. Poi ci sono le leggende, quelle che trascendono il metallo per diventare icone immortali. Camminare tra gli stand della Mostra Scambio di Novegro significa immergersi nella passione, ma quando lo sguardo incrocia l’inconfondibile livrea arancione di una Laverda SFC 750, il tempo si ferma. Accanto a una pur eccellente SF 750, questa non è semplicemente una moto d’epoca: è una vera e propria moto storica da competizione, un capolavoro di Breganze nato con un’unica, chiarissima missione: dominare.

Laverda SFC 1974

Dalla strada alla pista: la genesi della “Super Freni Competizione”

Per capire il mito della SFC, bisogna fare un passo indietro, al 1970. In quell’anno Laverda lancia la SF 750, una maximoto solida e costruita senza compromessi. Il suo nome, “Super Freni”, derivava dagli enormi freni a tamburo, un dettaglio che la diceva lunga sulla sua filosofia: prestazioni elevate, ma sempre sotto controllo. Era una stradale veloce, ma nel cuore del reparto corse di Breganze si sentiva il bisogno di qualcosa di più. Serviva una versione affilata per le massacranti gare di endurance. Così, nel 1971, da quella base eccellente nacque la sua erede diretta: la SFC, Super Freni Competizione. Un nome che è una dichiarazione d’intenti.

Meccanica d’eccellenza: il segreto di un motore costruito a mano

La SFC non era una semplice versione potenziata. Era una moto da corsa omologata per la strada, costruita con una cura artigianale oggi impensabile. Prodotta in soli 549 esemplari, ogni SFC era un pezzo unico. Il telaio veniva irrigidito, mentre la carrozzeria in metallo lasciava il posto a una filante carenatura in fibra di vetro. Il cuore era il bicilindrico da 744 cc, ma ogni singolo componente veniva smontato, bilanciato e selezionato a mano per garantire massima performance e un’affidabilità a prova di 24 Ore. Il risultato era una potenza di circa 70 CV, una velocità superiore ai 200 km/h e una stabilità granitica, che la rendeva un’arma letale nei curvoni veloci dei circuiti europei.

Gli eroi in arancione: i piloti che hanno scritto la storia Laverda

Una moto da corsa vive attraverso le imprese dei suoi piloti. La storia Laverda nelle competizioni è indissolubilmente legata alla SFC e ai nomi che l’hanno portata in trionfo. Il suo colore arancione divenne il simbolo delle sfide nelle grandi classiche di durata: il Bol d’Or vide protagonisti i fratelli Augusto e Massimo Brettoni. Ma la SFC fu anche il trampolino di lancio per un giovanissimo Nico Cereghini e per un futuro campione come Virginio Ferrari, che nel 1975 la portò alla vittoria nel Trofeo Moto 1000 a Misano. Era la moto preferita dai piloti privati, uomini che in quella belva di Breganze trovavano l’alleata perfetta per sfidare i team ufficiali.

Un mito senza tempo: l’incontro ravvicinato a Novegro e a Varano

Vederla oggi, ferma su un cavalletto, non sminuisce il suo carisma. Anzi, lo amplifica. Si possono ammirare i dettagli, la purezza delle linee, la logica di una moto dove ogni pezzo ha una funzione precisa. Tutto parla di corse, di velocità, di notti passate a sfidare il cronometro. Intorno a lei, gli sguardi degli appassionati sono un misto di rispetto e ammirazione. Perché la Laverda SFC 750 non è solo un pezzo da museo: è la testimonianza ruggente di un’epoca in cui le moto nascevano dalla passione, un’eredità che continua a far sognare intere generazioni di motociclisti.

Il nostro consiglio finale (e una provocazione)

Chi può, faccia un salto al Museo Laverda di Breganze: un luogo autentico, vivo, dove respirare da vicino l’energia di un’epoca irripetibile. Per chi ama davvero la storia del motociclismo italiano, è un’esperienza che vale il viaggio.

E questo ci porta a una riflessione, quasi una provocazione. Il gruppo Piaggio — che oggi detiene il marchio — deciderà prima o poi di fare qualcosa di utile con questo nome leggendario? Tenerlo a prendere polvere in un cassetto non è solo un peccato, è un delitto contro la passione. Forse sarebbe meglio cederlo a chi è disposto a ridargli vita, visione e dignità.

📋 Scheda tecnica (SF / SFC 750)

  • Motore: 2 cilindri paralleli, 4T raffreddato ad aria
  • Cilindrata: 744 cc
  • Potenza: 60 CV (SF) / fino a 75 CV (SFC)
  • Velocità max: 180 km/h (SF) / oltre 200 km/h (SFC)
  • Cambio: 5 rapporti
  • Telaio: doppia culla in acciaio
  • Peso: 220 kg (SF) / 185 kg (SFC)
  • Produzione SFC: 1971–1976, 549 esemplari

Di Sal

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